Scuola e formazione, serve un piano molto ambizioso

L’Italia spende 20 miliardi per anticipare di un anno la pensione a centomila persone, in un Paese che non è per giovani dal momento che il 77,2% della spesa sociale tricolore va agli Over65. Oggi Save The Children rende noto che 1,2 milioni di minori italiani versano in povertà, anche educativa, dal momento che frequentano scuole pericolanti, non hanno libri e fanno poco sport. Numeri che si aggiungono ai dati estivi dell’Invalsi 2019, da cui emergeva un’Italia divisa in due, non solo lungo la solita frattura Nord/Sud, ma anche di famiglie di provenienza, dove i ragazzi con cittadinanza non italiana arrancano: la metà dei maturandi risulta «analfabeta» in matematica e solo uno studente su tre raggiunge il livello B2 in inglese (ma non va tanto meglio nella comprensione di un testo in lingua italiana…). Ma, come dice da tempo Assolombarda, la Filiera del Futuro è incentrata su lavoro, giovani tecnologia, fra l’altro: il capitolo delle competenze (digitali e non) è ineludibile.

Investire nella scuola conviene
Investire nella scuola conviene

La scuola è invece il motore principale dell’ascensore sociale. Lo sa Elizabeth Warren, candidata in ascesa alle primarie democratiche, in vista delle Presidenziali USA 2020: il Senatore Warren ha appena svelato un piano da 800 miliardi di dollari per ridisegnare la Pubblica Istruzione negli Stati Uniti. Le spese per le iniziative di cura per i bambini americani, dalla culla al college, verrebbero coperte con una Wealth Tax a carico delle famiglie più ricche.

Nel dettaglio, Warren ha intenzione di quadruplicare i fondi per le scuole pubbliche in dieci anni fino a 450 miliardi di dollari, aggiungendo 200 miliardi di dollari per gli studenti con disabilità. La spesa comprende 100 miliardi di dollari di premi meritocratici (gli “Excellence Grants) in un decennio, pari a un milione di dollari per ogni scuola, e 50 miliardi per migliorare gli edifici e le infrastrutture scolastiche.

Elizabeth Warren intende inoltre impedire a Facebook e Alphabet, la capofila di Google, di raccogliere, condividere, archiviare e vendere dati degli studenti.

La spesa destinata all'istruzione in Italia
La spesa destinata all’istruzione in Italia

Nella società della conoscenza, studiare serve e fa la differenza, mentre in Asia arrivano i robot che sostituiscono i cassieri in banca, in Europa il Fintech attira il 20% degli investimenti e nel mondo il 70% delle transazioni finanziarie è destinato a trasferirsi sui canali digitali. Insomma, oggi più che mai dobbiamo capire dove stiamo andando. Le tecnologie a più rapida diffusione nell’attuale scenario di Trasformazione Digitale sono Intelligenza Artificiale (AI), Analytics, IoT e Sicurezza, ma il 2020 sarà anche l’anno dell’Augmented Reality (AR) e del 5G, segno che la scuola italiana deve cambiare in fretta per preparare i giovani ai lavori del futuro, professioni che richiederanno un coraggioso salto culturale. I mestieri evolvono, conseguenza dell’impatto di robotica, AI, machine learning, commercio digitale globale, social media, economia dei dati eccetera. Pensiamo che solo entro il 2030 l’AI taglierà i costi di un trilione di dollari nel settore finanziario (banche, pagamenti, assicurazioni, immobiliare…).

L’edizione romana di Maker Faire 2019 ha registrato 100mila visitatori, che sono andati a scoprire e toccare con mano 600 progetti dei Makers, gli artigiani digitali, in 7 padiglioni. Oggi in Italia solo il 3-4% delle startup ha successo, ma la scuola deve formare sempre più ragazzi con mentalità Open mind, capacità innovative e il bagaglio culturale per volare all’estero, dove le startup, grazie a un ecosistema digital-friendly, infine decollano. Formare i giovani per affrontare il mondo che cambia è la priorità. Investire in scuola e formazione è essenziale, per non rimanere indietro. Forse anche in Europa è l’ora di un piano molto ambizioso.

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