All’atteso evento Digitale per crescere, è stato presentato il Rapporto Anitec-Assinform, intitolato “Il Digitale in Italia 2018“, che enfatizza il ruolo del mercato ICT (dall’AI al Fablab, dal deep learning al social analitycs, blockchain eccetera) per aiutare l’Italia a ridurre i divari e a promuovere l’evoluzione dell’industria italiana, per far fronte alla vera sfida europea: competere con la Cina, come ha spiegato il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. L’ICT corre il doppio del PIL, il digitale cioè cresce quasi due volte l’economia tradizionale ed è un supporto per le imprese. In azienda, infatti, il digitale consente di superare le barriere dei dipartimenti e dei mestieri, ma ciò cambia tutto nella manifattura e non solo. Ma bisogna fare di più: oggi in Italia le prime 10 aziende non sono (ancora) tecnologiche, mentre negli USA sono tech le prime cinque. Occorre una visione sistemica per consentire una crescita del digitale e di tutto il Paese.
L’intelligenza artificiale (AI) è in piena fase evolutiva: può essere sfruttata anche dalle piccole imprese. Sta già accadendo con lo sviluppo di sistemi AI per gestire i parcheggi e i percorsi nei supermercati con tecnologie Made in Italy. Per esempio, Argovision è la startup innovativa che si occupa di Artificial Intelligence ed è dedicata allo sviluppo di tecnologie proprietarie per i mercati della Realtà Aumentata (AR) / Virtuale (VR), Digital Marketing, Smart City e Industry 4.0. Invece PulsarPlatform è una startup che analizza l’opinione pubblica online tramite l’AI: ha monitorato quali cibi di cui gli italiani parlano di più in rete, scoprendo che a San Valentino domina la Nutella. Yape è il drone da strada per le consegne a domicilio in città e già opera in Giappone.
Special guest Yape a #digitalexcrescere
Segui la diretta -> https://t.co/tBiaIY4yKv pic.twitter.com/0FcGJKsDoR— Anitec-Assinform (@anitecassinform) 25 ottobre 2018
Il Presidente dell’associazione Marco Gay ha illustrato la delusione di Anitec-Assinform verso la manovra economica, a causa del dimezzamento degli incentivi per Industria 4.0 e R&D, del cancellamento del super-ammortamento e della scomparsa di istruzione e formazione digitale, a partire dall’assenza del centro per le competenze, e invita il governo a cambiare rotta: “La tecnologia sarà sempre più al centro di gravità delle dinamiche economiche“. In particolare, occorrono risorse umane competenti, servono cluster di competenze correlate tra di loro. Competence center e Digital Innovation Hub territoriali rappresentano idee forti che non devono andare perse. Bisogna inoltre creare competenze digitali e specializzate con una riforma della formazione nella PA, nelle Università e degli Istituti Tecnici, per superare il divario tra il livello di digitalizzazione delle persone e quello delle imprese. Il processo di contaminazione digitale del Paese richiede una trasformazione di business, non solo tecnologica: un combinato di tecnologie, processi e strategie.
Giancarlo Capitani di NetConsultingCube ha chiesto di “ripartire dal territorio” e di lanciare un New digital deal attraverso un programma SmartCity nazionale: “La digitalizzazione non è più una scelta, è una necessità per competere sui mercati”. Capitani ha spiegato che se si manterranno le attuali condizioni di investimento, il mercato digitale italiano registrerà un incremento del 2,7% medio annuo tra il 2018 e il 2020.
#digitalexcrescere C’è un gap tra il livello di digitalizzazione delle persone e quello delle imprese pic.twitter.com/iKOoenXcIo
— Alessandro Vagnozzi (@alexvagnozzi) 25 ottobre 2018