IBM vuole fare sul serio sulla nuvola. E con l’acquisizione di Red Hat per 34 miliardi di dollari, che rientra nel piano di modernizzazione lanciato dal Ceo Ginni Rometty negli ultimi sei anni, Big Blue sfida Amazon, Google e Microsoft nelle infrastrutture cloud, uno dei mercati più promettenti e ad elevata crescita.
L’acquisizione di Red Hat da parte di Ibm è il secondo accordo più grande di sempre nel mondo tecnologico (il primo deal per valore è l’acquisizione, datata 2015, di EMC da parte di Dell). Per Ibm, il colosso con 107 anni di storia, un tempo sinonimo di mainframe, il passaggio al cloud è stato lento, ma il Ceo Ginni Rometty è focalizzata nel riposizionare Big Blue nell’era della nuvola. Finora IBM era specializzata nel cloud ibrido, ma oltre il 40% delle aziende cita oggi la maggiore sicurezza come principale incentivo (insieme a una maggiore agilità e flessibilità per il business) per adottare servizi di cloud pubblico. Red Hat vende software e servizi basati sul sistema operativo open-source Gnu/Linux, dunque aiuta le aziende a supportare piattaforme differenti.
Today is a banner day for #opensource. Red Hat will be combining forces with @IBM in the largest software transaction in history and it’s an open source company. Read Paul Cormier’s thoughts: https://t.co/trjpJMk3w9 https://t.co/G8SKS5gsVk pic.twitter.com/FfPpzqiqUN
— Red Hat, Inc. (@RedHat) 28 ottobre 2018
IBM scommette su cloud, artificial intelligence (AI) e software di sicurezza per tornare a crescere. Il titolo di Big Blue ha perso il 19% quest’anno: oggi ha un valore di mercato pari a 114 miliardi di dollari, mentre le azioni di Red Hat sono balzate del 49%.
Il fatturato di Ibm derivante dal Cloud è salito del 10% nel terzo trimestre a quota 4.5 miliardi di dollari, ma ha dato segni di rallentamento rispetto all’espansione del 20% registrato nel secondo trimestre. La crescita in-house non era dunque sufficiente. Invece, l’acquisizione di Red Hat rende IBM “ora un player credibile nel cloud”, scrive Bloomberg.
Ibm paga Red Hat 190 dollari per azione, con un premio del 62% sull’ultima chiusura, forse una cifra un po’ alta, infatti il titolo di Ibm cala. Ma, per la prima volta quest’anno, il fatturato di Red Hat raggiungerà i 3 miliardi di dollari: l’azienda ha messo a segno il record di 11 contratti valutati 5 milioni di dollari ciascuno, e 73 da 1 milione di dollari. L’acquisizione ha a che fare con la generazione di ricavi, secondo il Ceo Rometty, e non con la sinergia di costi.
.@RedHat will be combining forces with @IBM in what will go down as the largest #software company acquisition of all time to date. @JWhitehurst explains how Red Hat will remain a distinct unit in IBM. https://t.co/EJX3AvV5cj https://t.co/fwFiO4m4M8
— Maurizio Decollanz (@Decollanz) 28 ottobre 2018
In questi anni, Ibm ha speso nel 2013 2 miliardi di dollari per comprare Softlayer, provider specializzato in infrastrutture cloud, in precedenza aveva acquisito Cognos nel 2008 per 5 miliardi di dollari e si era aggiudicata gli asset dati di Weather Channel per 2 miliardi di dollari nel 2015. L’acquisizione di Red Hat dovrebbe chiudersi nella second metà del 2019.
Secondo IDC, la spesa in infrastruttura IT cloud combinata (cloud privato e pubblico) vale attualmente il 48,5% dell’intero mercato IT infrastrutturale, in salita rispetto al 43,5% di un anno fa. Basta pensare che, a livello globale, entro il 2020 il 30% della spesa in sicurezza IT sarà veicolato via cloud (fonte: IDC), dal momento che le piattaforme cloud consentono di sviluppare una strategia di sicurezza multi-livello (multilayered security).
Nel 2020 la spesa IT crescerà più del 6%, inoltre le nuove tecnologie traineranno la spesa ICT a 6.000 miliardi di dollari nel 2022. Gli USA già dominano lato cloud, 50% del mercato mondiale, e nel software (70% di AI e 50% di Analytics), mentre nel 2022, la Cina sarà leader in Robotics (stima del 40%) e IoT (25%). Entro il 2022 la collaborazione uomo-macchina incrementerò la produttività aziendale del 15%, superando le inefficienze croniche di alcuni processi.