La spesa pubblicitaria sui media a pagamento raggiungerà quota 584.14 miliardi di dollari entro la fine dell’anno, per salire a 757.44 miliardi di dollari nel 2021. Sono le previsioni di eMarketer, secondo cui a trainare il mercato pubblicitario saranno gli investimenti degli inserzionisti nei format mobili. La crescita del budget dell’advertising oscillerà fra il 4.9% e l’8.3% nell’arco di tempo preso in esame (il quinquennio 2016-2021).
Quest’anno la crescita sarà più repentina in Argentina, Cina, India, Indonesia ed Irlanda, mentre rallenterà in Finlandia, Francia, Hong Kong e Singapore.
La regione dell’Asia-Pacifico metterà la freccia sul Nord America nel 2019. Nord America che comunque continuerà a trainare il mercato dell’advertising: quest’anno la crescita si attesterà al 5.2%, poco sotto la media globale del 7.0%. Ma c’è un motivo: il Nord America è un Paese maturo dal punto di vista del digitale.
Ma la crescita dell’advertising, illustrata dal report di eMarketer, va inquadrata meglio. Il periodo che stiamo vivendo è caratterizzato da una nuova fase della globalizzazione, oggi in apparente ritirata, messa sotto pressione dal ritorno di nazionalismi – protezionismo – disagio sociale verso le disuguglianze: tutti fenomeni che tendono a frammentare e “sbriciolare” il mondo (sia sotto il profilo politico che sociale), mentre la digitalizzazione è sempre più trasversale e, attraverso la Digital Transformation, tende ad integrare domanda dei consumatori – servizi e processi produttivi anche nei settori più distanti dal mondo digitale come per esempio il mercato dell’acciaio (Industria 4.0 aumenterà la produttività del 30%, tagliando i costi e rendendo la manifattura conveniente anche in ambito Pmi). Questo scenario globale è il background in cui operaiamo e in cui le aziende devono competere.