Non chiamateli contadini 2.0. Sono a tutti gli effetti imprenditori di nuova generazione, in un settore dove le startup sfioravano le 14 mila nel 2013 e a Seed&Chips, il summit sull’innovazione alimentare che a Milano ospitò Obama, si contava un migliaio di startup italiane dedicate all’agricoltura e all’alimentazione: di queste oltre 200 sono quelle che si definiscono agri-tech. L’Italia punta ad incrementare gli ettari lavorati con tecnologie innovative dall’1 al 10% della superficie agricola coltivata.
L’Agricoltura 4.0 è un settore smart, digitale, che unisce l’utilizzo di sensori, tecnologie IoT, cloud, big data alla condivisione di dati e informazioni (non solo tra macchine, ma anche tra operatori differenti della filiera). L’obiettivo dell’Agricoltura 4.0 consiste nel fornire cibo ad oltre 8 miliardi di persone nel mondo, aumentando la produttività, tagliando i costi e migliorando la sostenibilità ambientale.
I settori più innovativi sono quello viti-vinicolo e cerealicolo, che cercano di integrare la filiera agroalimentare attraverso i dati. Fasternet con Auroras ha appena presentato Save Grape, un sistema integrato per la gestione della vigna.
Sui macchinari agricoli sbarcano computer di bordo, sensori, e processori in grado di far dialogare tra loro le macchine operatrici. Un esempio: il trattore comunica con la mietitrice e, nel caso di malfunzionamento di un componente, invia un segnale al fornitore locale. Ma si può fare molto di più nel settore Agrifood.
Il progetto Safety For Food, nato dalla collaborazione con Barilla, insieme a Cisco e NTT Data, è “piattaforma tecnologica che ha come obiettivo primario la realizzazione di una “banca dati mondiale” della sicurezza alimentare che consenta all’intera filiera agro-alimentare, agli enti preposti ed in ultima analisi anche ai consumatori di ottenere una completa tracciabilità delle produzioni, secondo regole e standard internazionali in materia di sicurezza, qualità e origine degli alimenti”. L’agricoltura di precisione permette di abbattere l’uso di fitofarmaci in agricoltura.
Penelope ha rinnovato l’approccio che applica lo IoT al food, proponendo una lettura analitica dai dati in un’ottica di filiera per assicurare qualità e sicurezza alimentare, rendendo il prodotto ambasciatore sia dell’azienda e del brand che lo ha realizzato (per migliorare l’empatia).
La piattaforma ValueGo dà vita a un Passaporto Digitale che traccia le materie prime nel loro itinerario lungo la supply chain food.
Ma anche le tecnologie sui satelliti possono assicurare informazioni utili per le aziende agricole. Oltre ai GPS e alle immagini satellitari, la forma di agricoltura di precisione più innovativa e promettente è l’agricoltura verticale: Veve (vertical veggie) è una startup del Trentino che in un solo metro quadro permette di coltivare 200 piante, sfruttando le vertical farms. Nell’agricoltura verticale (che allarga il concetto di agricoltura urbana), le luci al LED riproducono determinate lunghezza d’onda della luce solare, mentre l’acqua, arricchita di nutrienti, viene vaporizzata direttamente sulle radici delle piante e i sensori mandato dati a computer centrali dove vengono analizzati e affinati grazie ai software. I sensori raccolgono dati per controllare e regolare i processi di crescita con precisione, ma anche la fertilità dei suoli, verificare la presenza di eventuali patologie eccetera.
Le aziende agricole che scommettono sull’innovazione e sulle tecnologie digitali aumentano la produttività, riducono l’uso di fertilizzanti senza impatto sulla resa, risparmiano. Infine, laddove è presente la banda larga, fanno e-commerce.