Xiaomi, il brand di smartphone, un tempo definiti cloni di iPhone, che riuscì a diventare il numero uno in Cina e il quarto vendor a livello globale, non è solo tornata in pista con i nuovi modelli Mi Mix 2 e Mi A2, ma soprattutto sta tornando alla ribalta grazie a 10 milioni di unità vendute.
Quando la Bce ha pubblicato la «Guida per la verifica delle richieste di licenza bancaria provenienti da società del mondo fintech», ha dato la sveglia al settore, che ha scoperto di non godere di corsie preferenziali, bensì di un supplemento regolatorio (leggi: verranno chiesti maggiori capitali rispetto agli istituti tradizionali per tutelare i correntisti). I protagonisti del Fintech sono non solo giovani startup, ma anche società tradizionali che stanno implementando il nuovo modello di business, unite da un fil rouge: offrire servizi bancari in versione digitale, robotizzata (i robo-advisor, ma l’approccio non sempre è automatizzato) e in generale innovativa, innovando lo scenario dell’industria finanziaria. Qui non c’è la contrapposizione fra outsider e colossi della tradizione (come avvenuto nella musica o nell’editoria), ma c’è un mondo che cambia e un’industria che cerca di non perdere il passo. L’obiettivo del Fintech è offrire servizi migliori, al passo coi tempi, ma soprattutto efficienza, trasparenza e semplicità, laddove si annidavano inefficienze, opacità e ridondanze.
L’addio di Microsoft a Windows Phone ha lasciato gli utenti dell’OS a un bivio (passare all’iPhone con Apple iOS o a device con Google Android?). Una scelta che ha costretto anche il suo celebre co-fondatore ad abbandonare i dispositivi dotati del software di casa e ad effettuare la migrazione. Bill Gates ha annunciato di aver scelto Samsung Galaxy, per la precisione un Galaxy S8 personalizzato.
Questo è un momento d’oro per Samsung, reduce dalla felice presentazione del nuovo Galaxy Note 8 (che fa dimenticare i guai del precedente modelli, problemi risolti da tempo) e dalle ottime vendite del Galaxy S8, il modello scelto da Bill Gates.
Con il passaggio da 140 a 280 caratteri su Twitter, ora il presidente degli USA Trump invierà Tweet atomici contro il dittatore della Nord-Corea e tutti i suoi detrattori, invece di polverizzare gli avversari sotto i suoi celebri tweet-storm. Il raddoppio dei caratteri, darà insomma più spazio ai bulli, agli hater, alla black propaganda, ai diffusori di minchiate-col-botto e fake news, togliendo linfa vitale ai veri creativi che si sentiranno come i divi del cinema muto nella transizione al sonoro (tranne Greta Garbo, of course!).
Huawei è un colosso delle Tlc, che sta scommettendo sulla sperimentazione 5G, ma è anche l’aggressivo vendor di smartphone che sta macinando market share e sta per mettere la freccia – udite, udite – su Apple, scalfendo, per la prima volta da anni, il consolidato (un tempo) duopolio, costituito da Samsung ed Apple al vertice nel mercato smartphone.
Apple si posiziona al primo posto nella classifica dei Best Global Brands, seguita a ruota da Google e Microsoft, tuttavia, pur mantenendo lo scettro dei profitti (seguita una volta da Samsung, oggi da Huawei, nuova regina degli utili), non sembra più in grado di porre freni all’irresistibile scalata di Huawei. Continue reading “VIDEO: La scalata di Huawei, prossima al sorpasso su Apple”
HTC non è un vendor Android qualsiasi, ma – volente o nolente – è un primus inter pares, anche solo per un motivo storico: è stato il primo OEM a scommettere sull’OS open source di Google. Era l’epoca del T-Mobile G1 e all’epoca la casa di Taiwan era un vendor legato a Microsoft, con cui collaborava sui terminali con Windows Mobile: un’era geologica fa. Inoltre, quando Google è tornata all’hardware con i fortunati Pixel, dopo la svendita di Motorola (a Lenovo), è tornata a bussare alle porte del vendor taiwanese, con cui in passato aveva già realizzato i Google Nexus. L’acquisizione del team di HTC, per 1,1 miliardi di dollari, da parte di Google, ha dunque radici profonde, indice di un rapporto che prosegue negli anni.
Certo, dal picco di vendite del 2011 (con 45 milioni di unità, secondo Counterpoint Research), Htc è piombata a 12,8 milioni di smartphone, passando dal 9% di market share a meno dell’1%. Una china pericolosa. Gli ultimi anni non sono stati facili per Htc, costretta a licenziare migliaia di dipendenti, a causa dell’ascesa delle tigri cinesi (Huawei, Xiaomi, ZTE, Vivo e Oppo: i produttori cinesi hanno raddoppiato l’export in tre anni, ora esportano il 40% dei loro device; Huawei, con un balzo del 50% in Europa nella prima metà dell’anno, potrebbe superare Apple come secondo vendor al mondo, alle spalle di Samsung: il Mate 10 è atteso il 16 ottobre), mentre esploravs nuove strade, oltre Android, ampliando il raggio d’azione alla realtà virtuale con il visore per la realtà virtuale (VR) Htc Vive.
La scommessa di Google, forte di oltre un miliardo di dollari per aggiudicarsi i talenti di HTC, dimostra che il motore di ricerca fa sul serio nell’hardware, il cui business è cresciuto del 42% a 3,1 miliardi di dollari nel secondo trimestre (il segmento però include il cloud, in rapida crescita).
Google era già entrata nel mercato hardware, quando aveva acquisito l’americana Motorola per 12,5 miliardi di dollari: era il 2012 e l’azienda aveva fretta di rastrellare brevetti per difendersi nella Patent war innescata da Apple. Ma, dopo soli tre anni, Google cedette gli asset hardware di Motorola alla cinese Lenovo, per una frazione della cifra sborsata solo pochi trimestri prima: fu costretta a vendere, anche a causa delle tensioni innescate fra i vendor Android (Samsung aveva minacciato di mettere Android in secondo piano, scommettendo su Tizen OS). Ma l’anno scorso Google ha assunto Osterloh (ex Motorola) per guidare il business hardware, dove verrà inglobato il team di Htc.
L’acquisizione dei talenti provenienti da Htc, per costruire i prossimi Pixel (a proposito, Pixel 2 vedranno la luce il 4 ottobre), creerà una nuova ondata di tensione fra Google, che realizza la piattaforma Android, e gli altri vendor Android, o questa volta filerà tutto liscio? Samsung non avrà timore della competizione rappresentata dai Pixel, costruiti dal team di Htc in stretta collaborazione con il team software di Google? Solo il tempo dirà se il ritorno di Google nell’hardware sia stata o meno la scelta giusta.
Lo stato della scuola italiana – una realtà dove convivono centri di eccellenza accanto a periferie desertiche e cimiteri degli elefanti – langue nei numeri dei test Ocse-Pisa. I test fotografano i ritardi dei nostri studenti rispetto ad altri Paesi più evoluti e al contempo sottolineano le diseguaglianze fra gli studenti lungo la Penisola: quelli di Bolzano, Trento e Lombardia, per esempio, segnano punteggi superiori di circa 30 punti rispetto alla media italiana, mentre gli alunni della Campania risultano 30 punti sotto, fatto che li zavorra di un ritardo pari a un intero anno scolastico.
In questo quadro già desolante, non va sottaciuto il grido di allarme delle associazioni di categoria: l’Osservatorio delle Competenze Digitali, condotto da Aica, Assinform, Assintel e Assinter Italia e promosso da Miur e Agid, nel triennio 2016-2018 stima che si potrebbero creare 85.000 nuovi posti di lavoro che richiedono specializzazione in ICT, ma mancano i professionisti dotati di competenze legate alla Trasformazione Digitale. Continue reading “Non solo smartphone e digitale. La scuola oltre gli stereotipi: deve recuperare autorevolezza, credibilità, competenze”
Il mercato smartphone cresce del 2.5% a 1.47 miliardi di unità, secondo IDC, e l’incremento potrebbe fermarsi all’1.7% quest’anno. A dieci anni dal debutto del primo iPhone, il mercato smartphone arranca. Nella futuristica cornice dell’auditorium Steve Jobs Theatre (tutto l’Apple Park a forma di astronave è costato 5 miliardi di dollari), dedicato al compianto co-fondatore di Apple, sono stati presentati i nuovi Apple Watch (lo smartwatch ha sorpassato Rolex, ma non è dato saoere se nel numero di vendite o nel fatturato), i nuovi iPhone 8 con ricarica wireless (AirPower è la base Apple per ricaricare contemporaneamente senza fili iPhone, Apple Watch e AirPod) e il nuovo iPhone X (si legge ten, dal numero romano X), oltre alla Apple Tv 4K.
iPhone 8 ha lo stesso design del 7, ma sotto la scocca ruggisce il nuovo chip A11 Bionic, una cpu a 64-bit e a sei core, di cui due ad altre prestazioni e quattro ad alta efficienza energetica per le operazioni più comuni, ma in grado di lavorare in parallelo in caso di necessità. Continue reading “SLIDESHOW: Cara Apple, l’unica novità è l’Augmented Reality (AR)”
Samsung ha già ricevuto 650.000 preordini di Galaxy Note 8 in appena cinque lavorativi. La cinese Huawei ha sorpassato temporaneamente, ma simbolicamente, Apple. Nel mercato Mobile, in crescita di un robusto 4% (ma sono lontani i fasti a doppia cifra), lo smartphone sta soppiantando i tablet, grazie al big screen, la diagonale ormai stabilmente sopra i 5 pollici e perfino sopra i 5,5 pollici in oltre il 25% dei casi. E Android fa la parte del leone, anche se iOS scommette sullaversione 11 per la riscossa, approfittando della morte di Windows Phone. In questo scenario, Apple si accinge a presentare fra poche ore il nuovo iPhone X, nome in codice iPhone 8, lo smartphone del decennale, con riconoscimento facciale FaceID 3D, per sbloccare il device e con display senza cornice per esaltare il design che altri vendor definiscono “infinity”. Siri – l’assistente vocale utilizzato 2 miliardi di volte a settimana (ma già superato da Amazon Alexa e dagli agguerriti rivali) – sarà il vero protagonista di questo evento, come promette Craigh Federighi? Vedremo.
In queste ultime settimane, Apple ha pubblicato una trimestrale da record (il terzo quarter), in progresso del 7,2% rispetto alla scorso anno, con un fatturato di 45,4 miliardi di dollari rispetto ai 42,4 miliardi di dollari del luglio 2016, con il 61% raccolto sui mercati globali, il restante in Usa, primo mercato in crescita del 13%, oltrepassando le attese degli analisti. La parte del leone della crescita trimestrale si deve ai Servizi con un +22% e un fatturato da 7,2 miliardi di dollari (ApplePay, contenuti digitali, Apple Care) combinati con la voce “altri prodotti” con un +23% in volume e fatturato da 2,7 miliardi di dollari, che raccoglie Apple Watch (in prima linea).
E la terza edizione dello smartwatch potrebbe essere svelata questa sera, dopo l’HomePod, lo speaker domestico controllato da Siri, visto a WWDC 2017 dello scorso giugno. Ma fervono le attese per il mondo AR, dopo l’assaggio in ambito Augmented Reality, concesso alla developer conference. Continue reading “Aspettando iPhone X, lo smartphone targato Apple del decimo anniversario”
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Agosto:
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5 – 7 giugno:
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