Il Black Friday ha messo a segno un nuovo record: 7,4 miliardi di dollari spesi ell’e-commerce, la seconda cifra più alta di sempre, alle spalle dei 7,9 miliardi del Cyber-Monday 2018. La stima è di Adobe Analytics, che prevede 9.4 miliardi di dollari nel Cyber Monday di oggi: se confermato, si tratterà di un aumento a doppia cifra del 19%. Gli americani hanno preferito lo shopping online alle code alle casse.
Oggi si è svolto il convegno di Anitec-Assinform “Digitale per Crescere – Innovazione, Crescita, Trasformazione”, focalizzato sul ruolo strategico dell’innovazione (“inesorabile” l’ha definita Giancarlo Capitani), soprattutto nell’era dei Digital Enabler: Cloud computing, Internet delle cose (IoT), Mobile, opportunità di sviluppo e occasione per superare il divario digitale ancora presente nel Paese e soprattutto nella Pubblica Amministrazione (PA) da rendere efficiente e moderna, a disposizione del Cittadino Digitale di oggi. Partiamo dai numeri: dal rapporto Anitec-Assinform 2019 emerge che il mercato digitale italiano – informatica (IT), Tlc, contenuti digitali ed elettronica di consumo – cresce indipendentemente dal Pil e registrerà nel triennio 2019-2021 un incremento del 2,8% (+2,5% a 72,22 miliardi di euro nel 2019, +2,8% a 74,25 miliardi nel 2020 e +3,1% a 76,54 miliardi nel 2021), ma il potenziale è ancora in gran parte inespresso, secondo il Presidente Marco Gay, visto che dal 2015 la forbice fra crescita del mercato e quella del PIL si è fortemente allargata, e dunque si può fare molto di più, soprattutto affinché la crescita del digitale abbia impatto sull’economia nazionale. Gli investimenti del futuro devono essere digitali, basta pensare alla reintroduzione di Industria 4.0: non ci sono alternative. Tuttavia i nodi stanno venendo al pettine e vanno affrontati con grande serietà per dare una mano al Sistema Paese, da troppi trimestri in stagnazione.
Sono due ex stelle in fase declinante, quella Xerox e Hp che potrebbero fondersi in un merger valutato 27 miliardi di dollari. Ma nell’era Mobile, il Pc non è affatto morto: il vecchio desktop e notebook sono tornati, secondo gli ultimi dati di IDC e Xerox potrebbe acquisire Hp (che si è separata da HPE, la società dedita ai più profittevoli servizi).
Assolombarda, Italia Startup e la 56esima edizione di Smau oggi hanno presentato il report sulle Startup italiane, giunto alla quarta edizione, realizzato in collaborazione con gli Osservatori del Politecnico di Milano e Infocamere, che fa il punto sull’Open Innovation nel nostro Paese. Dai dati emerge che le società innovative tricolori hanno fatturato 889 milioni di euro nel 2018, prodotti per metà (50,52%) da imprese supportate da corporate venture capital. Le Startup con investitore corporate crescono di più in termini di fatturato e di occupazione.
L’Italia spende 20 miliardi per anticipare di un anno la pensione a centomila persone, in un Paese che non è per giovani dal momento che il 77,2% della spesa sociale tricolore va agli Over65. Oggi Save The Children rende noto che 1,2 milioni di minori italiani versano in povertà, anche educativa, dal momento che frequentano scuole pericolanti, non hanno libri e fanno poco sport. Numeri che si aggiungono ai dati estivi dell’Invalsi 2019, da cui emergeva un’Italia divisa in due, non solo lungo la solita frattura Nord/Sud, ma anche di famiglie di provenienza, dove i ragazzi con cittadinanza non italiana arrancano: la metà dei maturandi risulta «analfabeta» in matematica e solo uno studente su tre raggiunge il livello B2 in inglese (ma non va tanto meglio nella comprensione di un testo in lingua italiana…). Ma, come dice da tempo Assolombarda, la Filiera del Futuro è incentrata su lavoro, giovani tecnologia, fra l’altro: il capitolo delle competenze (digitali e non) è ineludibile.
Libra ha ballato una sola stagione? Lo sapremo presto. All’annuncio della sua criptovaluta, Libra, al debutto nella prima metà del 2020, Facebook aveva presentato una nutrita lista di sostenitori, interessati alla sfida di Mark Zuckerberg ai Bitcoin: prestigiosi colossi finanziario del calibro di Visa, Mastercard, Uber, Vodafone, eBay e PayPal avevano aderito (o promesso di farlo in tempi brevi) alla Libra Association. Ma, quasi giunti alla vigilia della nomina del board, il progetto di Facebook ha iniziato a perdere i pezzi, fino a registrare una vera e propria fuga dalla criptovaluta: abbiamo scherzato, e, dopo l’annuncio di PayPal, che di fatto ha innescato un effetto domino, anche Visa, Mastercard, eBay, Mercado Pago e Stripe si sono defilati.
Huawei ha presentato a Monaco di Baviera l’atteso Mate 30, il primo modello senza le apps di Google. Lo Chief Executive Officer Richard Yu ha spiegato che è la risposta del colosso cinese ai dazi di Trump e alla lunga estate calda della guerra commerciale che costa agli Stati Uniti 300mila posti di lavoro (fonte: Moody’s). Le vendite hanno iniziato a mostrare sofferenza in Usa ed Europa, dopo il bando di Trump, anche se in precedenza nel periodo gennaio-agosto la domanda era aumentata del 26%.
Mentre Google (con il no agli AdBlocks) sta per regalare una buona ragione a 2 miliardi di utenti di Chrome per passare a Mozilla Firefox, un’altra bomba esplode a mercati aperti: in piena guerra dei dazi, la Cina prepara l’addio a Microsoft Windows.
Poche settimane fa, la società d’analisi IDC aveva stimato che la spesa tecnologica consumer a livello mondiale avrebbe toccato quota 1.320 miliardi di dollari nel 2019 (+3,5% sul 2018), per raggiungere i 1.430 miliardi (CAGR +3%) nel 2022. Le tecnologie tradizionali (pc e telefonia) peseranno per il 96% nel 2019. Queste erano le previsioni generali, prima dello scoppio del caso Huawei. Il bando dell’azienda cinese ha rimesso tutto in forse, ipotecando le stime future. Adesso, fatta depositare la polvere dopo la deflagrazione della bomba mediatica, vediamo di fare un po’ di chiarezza.
La grande fuga da Huawei è iniziata. Dopo Google, è stata una reazione a catena, come era prevedibile: anche Vodafone (EE e presto altri operatori mobili), Microsoft (che cesserà il supporto ai laptop del vendor cinese), il chipmaker britannico ARM, la giapponese Panasonic, l’elenco è destinato ad allungarsi. Huawei è come l’Iran: radioattivo. Chi tocca i fili, muore.
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