L’Osservatorio delle Competenze Digitali, condotto dalle associazioni Ict Aica, Assinform, Assintel e Assinter Italia, promosso da Miur e Agid, da anni lancia un allarme sulla grande difficoltà a reperire competenze digitali in Italia e in Europa. Le associazioni denunciano da anni l’assenza di una “strategia di lungo periodo che coinvolga aziende e sistema formativo”, di una “visione d’insieme” e di “risorse per rendere la pubblica amministrazione adeguata al cambiamento”. Nel triennio 2016-2018, l’economia digitale offriva 85 mila nuovi posti di lavoro in Italia (700 mila in Europa), ma da anni si denuncia la difficoltà a reperire i professionisti del settore IT e Digitale per rispondere alle offerte di lavoro. Gli annunci di lavoro per le professioni ICT sono saliti solo nel 2018 del +27%, superando la soglia dei cento mila (per la precisione, 106.000), ma le aziende faticano a trovare candidati, anzi, all’appello due anni fa mancavano oltre 5 mila laureati, soprattutto nel Nord Ovest, dove si concentra circa il 45% delle richieste.
Scenari Digitali ha intervistato Jacopo Tonelli, managing partner di Techyon, azienda innovativa del settore, che ci illustra le caratteristiche, le potenzialità e la piattaforma di Techyon che aspira a diventare il punto di riferimento per il recruiting nel mercato IT e Digitale, per incrociare domanda e offerta di lavoro laddove serve, in ottica meritocratica e nel rispetto delle diversity e dell’ambiente. Techyon, oltre ad essere una paperless company, è un’azienda a trazione femminile dove la bussola è rappresentata dall’incontro fra meritocrazia e Information Technology.
In questa rassegna, ScenariDigitali.info sta analizzando cosa resterà dell’era pre Covid-19. L’Intelligenza Artificiale (AI) ai tempi del Coronavirus acquista nuovo slancio, poiché potrebbe avere un ruolo nel distanziamento sociale e nello svelare chi non indossa le mascherine obbligatorie.
La presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ha affermato che per promuovere l’Intelligenza artificiale (AI) europea dobbiamo attrarre investimenti pari a 20 miliardi di dollari nel prossimo decennio. “Tutto ruota intorno ai dati“, ha twittato la politica tedesca che ha progetti ambiziosi per la UE digitale: intende creare un mercato unico europeo dei dati per attivare iniezioni da 4-6 miliardi di euro da scommettere in infrastrutture cloud e spazi di dati UE. Ecco gli scenari di mercato in cui inquadrare le importanti proposte UE.
Oggi si è svolto il convegno di Anitec-Assinform “Digitale per Crescere – Innovazione, Crescita, Trasformazione”, focalizzato sul ruolo strategico dell’innovazione (“inesorabile” l’ha definita Giancarlo Capitani), soprattutto nell’era dei Digital Enabler: Cloud computing, Internet delle cose (IoT), Mobile, opportunità di sviluppo e occasione per superare il divario digitale ancora presente nel Paese e soprattutto nella Pubblica Amministrazione (PA) da rendere efficiente e moderna, a disposizione del Cittadino Digitale di oggi. Partiamo dai numeri: dal rapporto Anitec-Assinform 2019 emerge che il mercato digitale italiano – informatica (IT), Tlc, contenuti digitali ed elettronica di consumo – cresce indipendentemente dal Pil e registrerà nel triennio 2019-2021 un incremento del 2,8% (+2,5% a 72,22 miliardi di euro nel 2019, +2,8% a 74,25 miliardi nel 2020 e +3,1% a 76,54 miliardi nel 2021), ma il potenziale è ancora in gran parte inespresso, secondo il Presidente Marco Gay, visto che dal 2015 la forbice fra crescita del mercato e quella del PIL si è fortemente allargata, e dunque si può fare molto di più, soprattutto affinché la crescita del digitale abbia impatto sull’economia nazionale. Gli investimenti del futuro devono essere digitali, basta pensare alla reintroduzione di Industria 4.0: non ci sono alternative. Tuttavia i nodi stanno venendo al pettine e vanno affrontati con grande serietà per dare una mano al Sistema Paese, da troppi trimestri in stagnazione.
La chiamano già Nadellaissance, dal cognome del Ceo Satya Nadella, la Renaissance ovvero il rinascimento di Microsoft. Nadella, l’esperto di cloud computing (e anche di open source), chiusa l’era Steve Ballmer, ha rifondato l’azienda co-fondata da Bill Gates, rendendo Microsoft l’azienda più valutata a Wall Street.
Mentre prodotti, servizi e processi tendono a diventare digitali e intelligenti (Smart), la trasformazione digitale rappresenta una grande opportunità per le aziende, volte a migliorare la competitività. La Digital Transformation è un mercato da 1,2 trilioni di dollari, stando alle stime 2018, ma solo l’1% delle aziende riesce a diventare una Digital Enterprise, passando dalla fase della sperimentazione a quella della trasformazione, secondo Bain & Company. L’impresa, una volta completata la trasformazione digitale, richiede la trasformazione della struttura organizzativa, secondo un pensiero trasformativo e un approccio olistico.
Quando si discute del futuro del lavoro, l’opinione pubblica si divide fra chi teme una visione distopica (un mondo con milioni di disoccupati) e chi ripone ottimismo nelle nuove opportunità offerte dal Mobile e dal Cloud per trasformare la società. Per illustrare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale (AI) nel mondo del lavoro, il World Economic Forum (WEF) ha pubblicato un report intitolato The Future of Jobs 2018, condotto sui 575 milioni di membri di LinkedIn, una platea abbastanza vasta per capire i cambiamenti in atto.
IDC conferma che l’Intelligenza Artificiale (AI) è uno dei mercati con maggior slancio nel panorama IT. La società d’analisi stima che la spesa mondiale in sistemi AI s’impannerà del 37,3%, passando da 24 miliardi di dollari nel 2018 a 77,6 miliardi nel 2022. A trainare il mercato dell’Artificial Intelligence (AI), attualmente, è l’automazione dei servizi al cliente.
Scenari Digitali intervista Gianni Riotta, giornalista, inviato speciale de La Stampa, cofondatore di Catchy, che ci consegna importanti considerazioni ed esperienze dirette sul tema della comunicazione digitale ai tempi dei Big data e dell’intelligence dei dati, della propaganda nell’era delle Fake News, dopo lo scandalo Cambridge Analytica, società britannica di analisi, accusata di aver raccolto i dati di oltre 50 milioni di utenti e di averli usati per influenzare sia le ultime elezioni presidenziali americane che il referendum sulla Brexit.
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