Quando la Bce ha pubblicato la «Guida per la verifica delle richieste di licenza bancaria provenienti da società del mondo fintech», ha dato la sveglia al settore, che ha scoperto di non godere di corsie preferenziali, bensì di un supplemento regolatorio (leggi: verranno chiesti maggiori capitali rispetto agli istituti tradizionali per tutelare i correntisti). I protagonisti del Fintech sono non solo giovani startup, ma anche società tradizionali che stanno implementando il nuovo modello di business, unite da un fil rouge: offrire servizi bancari in versione digitale, robotizzata (i robo-advisor, ma l’approccio non sempre è automatizzato) e in generale innovativa, innovando lo scenario dell’industria finanziaria. Qui non c’è la contrapposizione fra outsider e colossi della tradizione (come avvenuto nella musica o nell’editoria), ma c’è un mondo che cambia e un’industria che cerca di non perdere il passo. L’obiettivo del Fintech è offrire servizi migliori, al passo coi tempi, ma soprattutto efficienza, trasparenza e semplicità, laddove si annidavano inefficienze, opacità e ridondanze.
Le società del fintech spaziano dal contesto dei pagamenti, dove il fintech ha avuto origine, fino all’ambito della gestione del risparmio familiare fino ad arrivare ai servizi bancari. Continue reading “Il punto sul Fintech, a partire dall’hub milanese del Fintech District”