Dopo i fasti di dicembre, Bitcoin è in caduta verticale. Crolla sotto la soglia degli 8000 dollari, si avvia verso i 7000 dollari: in caduta del 60% rispetto al picco di dicembre, ha bruciato il 40% in un mese e solo oggi il 10%. Sta esplodendo quella che Nouriel Roubini (colui che predisse il crollo dei mercati del 2008) ha definito la madre di tutte le bolle e “la più grande bolla nella storia dell’umanità”? A vedere i grafici, sì. Chi doveva guadagnarci, ci ha guadagnato: ora il cerino rimane in mano a chi non aveva gli strumenti per prevedere il momento giusto per uscire da una speculazione.
Now Bitcoin crashing below 8000, headed towards 7000. Down 60% from the peak, 40% in a month and over 10% today. The Mother Of All Bubbles And Biggest Bubble in Human History Comes Down Crashing. pic.twitter.com/jfILcrNNXA
Le Banche centrali avevano avvertito: si tratta di una speculazione a rischio massimo che richiedeva “estrema cautela”. Premi Nobel come Stiglitz ne avevano chiesto la messa al bando, mentre SudCorea e Cina sono passate dalle parole ai fatti, dichiarando guerra alle criptomonete. E la Francia ha annunciato una stretta sulle monete virtuali. L’intervento dei regolatori ha avuto effetto, mandando a picco il Bitcoin, che ora è crollato del 50% sotto i 10mila dollari dopo aver toccato il record dei 20mila dollari a dicembre.
Naturalmente, chi rimane col cerino in mano, piange (ma vi avevamo avvertito: questo è un ottovolante pericolosissimo). In queste ore, l’oro guadagna il 400% mentre il Bitcoin sconta la sua volatilità e, soprattutto, la mancanza di regole. Oggi vale la metà rispetto ai massimi di metà dicembre. Continue reading “Bitcoin, la criptomoneta dal valore dimezzato. Aspettando l’NBA”
L’allarme bolla s’impenna, dopo che Bitcoin irrompe oltre la soglia dei 15 mila dollari: il progresso è impressionante, ma proprio per questo mette i brividi. Nei giorni scorsi anche Carlo Messina, Ceo di Intesa Sanpaolo è andato in Tv per lanciare il suo warning, che va affiancarsi a quelli di Premi Nobel: uno per tutti, l’economista Stiglitz ha chiesto la messa al bando delle cripto-valute. Secondo il premio Nobel per l’economia, i bitcoin andrebbero messi fuori legge. Jamie Dimon ha definito i bitcoin “una frode” , ma l’adviser di Wall Street Tom Lee prevede che i bitcoin salgano a 100.000 dollari, prima che scoppi l’eventuale bolla.
Ricordatevi che per gli acquisti le persone si fidano più di Google che dei consigli dei parenti stretti, come spiega, in ambito, e-commerce la ricerca “Il Consumatore Digitale allo Specchio”, condotta da Netcomm. E “Buy Bitcoin” ha superato “Buy gold” nelle ricerche online, come il Leave mise la freccia sul Remain alla vigilia del referendum sulla Brexit. Siamo in territorio sconosciuto, dove il sonno dei regolatori ha creato un mostro?
Prima della nazionalizzazione del telegrafo, delle ferrovie e delle Big IT (Apple, Amazon, Facebook, Google e Microsoft), ci sono state le rispettive bolle: la telegraph bubble, la train bubble e chi di voi non si ricorda lo sboom della bolla delle dot-com nel 2000? Oggi le Big IT capitalizzano 3.4 trilioni di dollari. Ci sono allucinazioni collettive che, nella storia delle bolle americane, si sono trasformate in trasformazioni reali di prossima generazione? La risposta è sì, spiega uno splendido articolo di The Atlantic, che ripercorre la storia della valuta nelle due forme in cui la conosciamo: asset fisici come l’oro; e la moneta coniata dagli Stati. Ora arriva la crypto-valuta.
Bitcoin ha sfondato la soglia psicologica degli 11 mila dollari: ha guadagnato mille dollari in 12 ore. Da inizio dell’anno è cresciuto di dieci volte, anzi, in questi minuti, 11 volte (+900% in 12 mesi fino a 12 ore fa; +50% da ottobre ad oggi). La moneta virtuale ha registrato 300.000 nuovi utenti fra il giorno del Ringraziamento e domenica (fonte: coinBase). Il Nasdaq, due ore fa, ha annunciato i Bitcoin Futures: li introdurrà l’anno prossimo, nel secondo trimestre.
Putin dà il via libera al Criptorublo. Il presidente russo Vladimir Putin ha dato semaforo verde all’emissione di un crittomoneta nazionale: il rublo in versione crittografica o cryptocurrency. La risposta dello zar russo ai Bitcoin è arrivata, dopo che, a fine estate, la Cina ha messo al bando le Ico, bloccando le “cugine del Bitcoin”, fatto che lì per lì sgonfiò la presunta bolla delle monete virtuali, salvo poi vedere i Bitcoin sfondare la soglia dei cinque mila dollari, un nuovo record storico.
Solo due cifre per illustrare il fenomeno Bitcoin: nel 2013 i Bitcoin valevano circa 30 euro, da gennaio 2017 l’incremento è del 300%, dal primo agosto più del 50%, quando ha toccato i 5.013,91 dollari per poi ripiegare. La galoppata del Bitcoin fa gola a tutti: anche agli Stati.
Bitcoin è a livelli record. La criptovaluta ha prima battuto l’oro, quindi ha raggiunto i 2.800 dollari, raddoppiando il valore soltanto nel mese di maggio, grazie ad alcuni fenomeni orientali: la cancellazione delle banconote da 500 e 1.000 rupie per arginare l’evasione ha spinto in India l’utilizzo di Bitcoin; da un paio di settimane, in Giappone i pagamenti tramite criptomoneta sono legali, con punte del 40% del totale delle transazione finanziarie.
Nel novembre scorso, il Bitcoin viaggiava sui 700 dollari per ogni singolo esemplare, per sfondare, per la prima volta a febbraio, la soglia dei 1.000 dollari, salire a 1.500 dollari ad aprile: ha poi toccato i 2.800 dollari, per poi chiudere la seduta di giovedì scorso a 2.500 dollari.
L’incremento del 100% ricorda i fasti del novembre 2013, quando bitcoin quintuplicò il valore e toccare i mille dollari. Già nel giorno di San Valentino, dimezzava il valore, per languire sui 500 dollari per due anni. Il rally non è una novità.
Il blockchain sta arrivando nel mainstream, per rendere le transazioni più sicure ed efficienti. Ma il bitcoin continua ad essere caratterizzato da una forte volatilità.
Se abbiamo visto le ragioni alla base del rally, che hanno permesso alla moneta virtuale di frantumare i record, ecco i cinque motivi per rimanere scettici su Bitcoin.
1) L’attacco via ransomware Wannacry ha dimostrato che bitcoin è ancora la valuta più amata da hacker e cyber-crimine, a causa dell’anonimato. La bancarotta di Mt. Gox a Tokyo e il trafugamento di Bitfinex ad Hong-Kong sono fatti che hanno lasciato un ricordo amaro.
2) La comunità bitcoin è stata indecisa per più di un anno sull’upgrade della blockchain. Non è ancora chiaro se il 2017 sarà l’anno per scalare o no. Differenze ideologiche hanno impedito a 50 aziende di trovare un accordo per accelerare le transazioni.
3) Bitcoin conta 700 rivali, secondo Ron Quaranta, chairman di Wall Street Blockchain Alliance. Qualcuno potrebbe emergere e rendere bitcoin obsoleto. Bitcoin deteneva l’85% del mercato delle monete virtuali, per crollare a metà del settore, secondo CoinMarketCap.com.
4) Bitcoin non ha ancora ottenuto alcun riconoscimento governativo. Senza il il via libera a un Etf, promosso dalla SEC, manca ancora un ok dall’alto.
Inoltre, Sanford C. Bernstein ha scritto un report, secondo cui la blockchain ha un impatto non rivoluzionario, ma soltanto “evolutivo” nei mercati emergenti, Cina compresa.
5) Rischio bolla. Non staremo a raccontarvi per l’ennesima volta la storia dei tulipani nell’Olanda del ‘600, ma non diteci che questa volta è differente. Alla fine tutte le bolle si assomigliano, almeno un po’.
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