L’export del vino ha raggiunto quota 5,6 miliardi di euro, registrando una crescita del 4,4%, quasi quattro volte superiore all’incremento dell’export complessivo. Merito del boom dell’export enologico è l’e-commerce: il canale online è sempre più utilizzato, soprattutto per esportare in Cina, dove l’Italia detiene il 5% di market share, ma può scalare la classifica coi super Tuscany, il prosecco e i vini piemontesi (in tutto 50 milioni di ettolitri prodotti nel 2016).
Sono questi numeri emersi alla principali fiera vinicola del mondo, Vinitaly 2017, dove l’hi-tech da anni compie progressi. Con 4300 stand, la fiera di Verona attrae 130mila visitatori, di cui 50mila provenienti dall’estero: il triplo rispetto ai rivali. L’Italia è il secondo paese esportatore di vino, alle spalle della Francia, ma grazie all’e-commerce può fare ulteriori passi avanti.
Le parole d’ordine dei produttori di vino sono business e digital transformation: la 51esima edizione di Vinitaly inaugura infatti un progetto pilota di trasformazione digitale che coinvolgerà migliaia di buyer esteri, a partire da sperimentazioni di soluzioni 4.0, senza dimenticare il registro vinicolo digitale.
L’agricoltura 4.0 è già realtà: Cia Agricoltori Italiani e Vodafone hanno presentato al commissario europeo all’Agricoltura Phil Hogan e al ministro dell’Agricoltura Martina il progetto di collaborazione “Connected farm”, nato con l’intento di sviluppare un ecosistema completo di soluzioni per le aziende agricole, soprattutto quelli più giovani.
Il progetto di Vodafone, già messo in campo e dunque uscito dalla fase di test in laboratorio, scommette su Internet of Things (IoT) per collegare gli oggetti alla rete, trasformandoli in device intelligenti in grado di scambiare informazioni in tempo reale. L’obiettivo consiste nell’aprire nuove opportunità per la gestione del business, la crescita delle aziende e il customer care (la soddisfazione dei clienti). Grazie a IoT le aziende agricole e vinicole potranno gestire le risorse in maniera efficiente, spaziando dalla certificazione di filiera alla competizione sui mercati mondiali, migliorando la capacità di generare reddito.
“L’agricoltura del futuro richiede importanti innovazioni di processo e di prodotto e i giovani sono i candidati ideali per valorizzare e sperimentare nuove idee e progetti. Già oggi, sono proprio le aziende under 40 a modernizzare l’agricoltura. Rispetto ai colleghi più anziani, il 40% dei giovani agricoltori cerca di espandere la sua attività, il 78% punta al miglioramento dei prodotti e l’80% cerca nuovi canali commerciali tra e-commerce e mercati stranieri. In più, anche per motivi anagrafici, i giovani hanno più dimestichezza con il web e le nuove tecnologie“, ha illustrato Dino Scanavino, il presidente nazionale della Cia Agricoltori italiani.
Ma l’applicazione dell’Internet of Things in Industry 4.0 e Agricoltura 4.0 – che utilizza droni e IoT, cloud e mobile – aiuta a monitorare in ogni istante le diverse fasi produttive. Sensori collegati alle stalle aiutano a gestire gli allevamenti, mentre i sistemi di rilevamento controllano lo stato di umidità dei terreni e i programmi di gestione irrigui trasmettono preziose informazioni tramite smartphone.
Secondo Mediobanca, il vino rende cinque volte in più della Borsa.
Mirella Castigli