Snapchat ruba l’audience più giovane (ed appetibile, dal punto di vista pubblicitario) a Facebook. Succede in USA, dove, secondo eMarketer, la fuga dei teenager e degli Under25 potrebbe portar via 2 milioni di utenti al social network di Menlo Park. Ma accade anche in UK dove il 71% degli utenti fra i 12 e i 17 anni (anche se ‘iscrizione è possibile compiuti i 13 anni) continuerà ad usare Facebook, ma in calo dell’8% rispetto a un anno fa. Snapchat guadagnerà 1,9 milioni di utenti negli USA e log-in dal 43% degli utenti di Facebook in UK nel 2018 (più del doppio rispetto a tre anni fa).
Ma Facebook, che ha superato la soglia dei 13 miliardi di dollari di fatturato, si preoccupa di queste tendenze? Sembrerebbe di sì (-5% le ore trascorse sul social nell’ultimo trimestre), visto che ha siglato accordi con Universal, Sony e presto Warner (secondo previsioni). Già il 63% di chi aggiorna gli status sul social network, ascolta la musica in streaming (fonte: Global Web Index). Continue reading “Facebook perde giovani, ma si prepara per nuove sfide”
Questo post nasce dalla considerazione che le borse globali sono passate dai 34 trilioni del 2008 ai più di 80 trilioni di oggi. Apple e Alphabet (la capofila di Google) sono in gara per diventare la prima azienda da un trilione di dollari. Ma, sarà vero o no, c’è chi teme che i mercati azionari siano sopravvalutati di almeno un 20%. Quindi, in attesa di sapere ciò che avverrà (a dispetto di Bitcoin, visto più come bene rifugio che come asset speculativo, in questo caso), scattiamo una panoramica sulle Big IT, fra acquisizioni e previsioni.
Aggiungeremo una nuova istantanea alla nostra carrellata. Ogni nuovo pezzo verrà aggiunto in alto, per agevolare la lettura complessiva: dopo il ritratto di Apple, Facebook e Google, oggi tocca a Amazon. (POST in fieri: un update al giorno).
Con il passaggio da 140 a 280 caratteri su Twitter, ora il presidente degli USA Trump invierà Tweet atomici contro il dittatore della Nord-Corea e tutti i suoi detrattori, invece di polverizzare gli avversari sotto i suoi celebri tweet-storm. Il raddoppio dei caratteri, darà insomma più spazio ai bulli, agli hater, alla black propaganda, ai diffusori di minchiate-col-botto e fake news, togliendo linfa vitale ai veri creativi che si sentiranno come i divi del cinema muto nella transizione al sonoro (tranne Greta Garbo, of course!).
Snap, la casa madre di Snapchat, ieri ha bruciato oltre il 20% in Borsa, dopo aver pubblicato una trimestrale deludente, quasi da incubo. I numeri: rosso per 2,2 miliardi di dollari, audience sotto tono (166 milioni gli utenti attivi giornalieri, in crescita del 36% rispetto all’anno prima, ma in aumento di un modesto 5% rispetto ai tre mesi precedenti). Snapchat, reduce dall’IPO dei mesi scorsi, soffre la concorrenza di Instagram Stories. Ma soprattutto sembra un social media in crisi d’identità.
Snapchat non sa cosa vuole diventare, cosa intende fare da grande. Non può competere con Facebook e i suoi 1.3 miliardi di utenti giornalieri, ma neanche riesce a stare al passo di Instagram Stories, forte di 200 milioni di utenti giornalieri (+33%); ma, allo stesso tempo, non sa come uscire dalla nicchia dei suoi 30 minuti di utilizzo quotidiano. Soprattutto, Snap deve riuscire a convincere gli investitori a rimanere: il traguardo è a lungo termine, non devono avere la vista corta. Il fatturato è comunque cresciuto del 286%, seppure sotto le aspettative. La società, guidata dal Ceo Evan Spiegel, afferma che il 60% degli utenti attivi giornalieri giungono da 10 Paesi, responsabili dell’85% di spesa sulla pubblicità mobile. Ma basteranno queste informazioni a non mettere in fuga gli investitori?
Snapchat per ora è focalizzata sul rendere l’app dei messaggi fantasma sempre più utilizzata, ma deve esplorare la potenzialità di espandersi in fasce della popolazione più mature e soprattutto guardare ai Paesi in via di sviluppo (USA ed Europa non bastano più).
Ma il dilemma rimane: l’anno scorso Facebook ha aggiunto 194 milioni di nuovi utenti giornalieri, una cifra superiore all’audience totale dei daily user di Snapchat. Serve uno scatto d’orgoglio, per non perdere il momentum. Oppure lo spettro del declino si profila dietro l’angolo.
Secondo Barron’s, il valore di Snap è da tempo difficile da giustificare. La società, che produce anche gli smartglass Spectacles, era valutata 34 volte le proiezioni di fatturato 2017 (pari a un miliardo di dollari), contro le 10 volte di Facebook. Il crollo di ieri è dunque salutare in termini di prospettiva.
Massimo rispetto della Privacy: nessuna racolta di dati personali
Questo sito Web utilizza i cookie in modo che possiamo fornirti la migliore esperienza utente possibile.Le informazioni sui cookie sono memorizzate nel tuo browser ed eseguono mere funzioni tecniche per ottimizzare l'esperienza utente come riconoscerti quando ritorni sul nostro sito Web e aiutare il nostro team a capire quali sezioni del sito Web trovi più interessanti e utili.
Strictly Necessary Cookies
Strictly Necessary Cookie should be enabled at all times so that we can save your preferences for cookie settings.
If you disable this cookie, we will not be able to save your preferences. This means that every time you visit this website you will need to enable or disable cookies again.